mercoledì 25 febbraio 2015

Recensione: Frankenstein, di Mary Shelley

Buongiorno e benvenuti all'ultima recensione libresca di febbraio.
E' stato un mese di letture interessanti e di parecchie recensioni qui sul blog^__^
Vi ricordo che venerdì sarà il mio compleanno e ci sarà l'estrazione del giveaway! Aaahh sono emozionata!

Titolo: Frankenstein
Autore: Mary Shelley
Edito da: Bur
Titolo originale: Frankenstein or The Modern Prometheus
Pagine: 316
Consigliato: Non è stato come me lo aspettavo, ma lo consiglio.


Trama:

Nell'estate del 1816 un gruppo di poeti e letterati, guidati dal già celebre lord Byron e di cui faceva parte anche il poeta Shelley, si trovò isolato per il maltempo nella villa Diodati, sul lago di Ginevra. Spinto dalla noia e dalla suggestione derivante dalla lettura di una storia di fantasmi, Byron propose a tutti i suoi amici di comporre ciascuno un racconto che fosse il più terrificante possibile. La pioggia che perseguitava la compagnia non durò abbastanza per la composizione di un Decameron del terrore. Solo la diciannovenne Mary Wollstonecraft Godwin, che poco più tardi avrebbe sposato Shelley, non volle abbandonare il racconto che aveva iniziato in quella "cupa notte". Colpita dall'ipotesi, ventilata dalla scienza di quegli anni, che, grazie al galvanismo, si potesse ridare la vita ai cadaveri, la giovane giunse a concepire l'angosciante storia di un blasfemo creatore di mostri, destinato a vedere la sua vita e i suoi affetti più cari distrutti per colpa della sua stessa creatura. Una favola potente e terribile, capace di imporsi con la forza delle immagini e con la sua autonomia di mito antico e contemporaneo che, pubblicata per la prima volta nel 1818, si diffuse ben presto in tutto il mondo, raggiungendo una fama universale.

Recensione:




“Io devo inseguire e distruggere l’essere a cui ho dato esistenza; poi il mio compito sulla terra sarà terminato, e io potrò morire.” 
Quanto ci rimango male a scoprire che le storie che mi piacciono in realtà non sono come le conosciamo, o come le abbiamo sempre immaginate.
Capita il più delle volte con le favole, e in questo caso è capitato invece con questo romanzo classico del genere gotico.
Era un bel po’­che volevo leggere questo classico, e complici le reading challenge a cui sto partecipando, ci sono finalmente riuscita.
Non posso però dire di ritenermi soddisfatta, un po’ come mi capita spesso in questi casi.
Frankenstein è una storia sì gotica e con elementi grotteschi, ma non ha quasi nulla a che vedere con quello che conosciamo della sua storia tramite i vari film o adattamenti cinematografici anche recenti.
Questo è stato quello che maggiormente mi ha deluso: non trovare più di una frase su come il dottor Frankenstein sia riuscito a creare il mostro, come gli ha infuso la vita.
E’ invece un ottimo romanzo sulla vita, sulla scienza, sugli uomini che vogliono giocare a fare Dio, e quindi è piuttosto moderno, sotto questo punto di vista, visto che solo da pochi decenni noi siamo riusciti a decodificare il DNA o a clonare alcune specie animali.
Anche per questo però, per chi come me si aspetta un romanzo un po’ alla Dracula, la storia risulta a tratti piuttosto noiosa.
Lo stile di scrittura è quello tipico dell’epoca, e quindi scorre abbastanza bene, se ci siete abituati.
Però le continue descrizioni del paesaggio, i continui cambi di sentimento, di mentalità dei due protagonisti, cioè la creatura e il suo creatore, dopo un po’ annoiano, perché sembra che non portino a niente.
Il creatore, Victor o Vittorio, come è nella mia traduzione, Frankenstein, è un uomo molto indeciso. Passa dalla tristezza più profonda alla speranza in un solo paragrafo, dalla vendetta alla gioia in un battito di cuore.
Tuttavia, da un certo punto in poi, ho forse capito perché molti gli hanno attribuito voti così alti: ho notato una profonda somiglianza tra queste vicende e Il paradiso perduto di Milton, e di conseguenza il rapporto tra Il creatore Dio e Adamo, la sua creatura. Questo mi è piaciuto moltissimo e mi ha colpito molto, perché davvero non me lo aspettavo.
Il concetto: nasciamo cattivi o facciamo cose cattive perché altri ci hanno trattato male e sono stati cattivi con noi è interessante, fa riflettere e porta a chiedersi quale sia la verità, quale sia l'effetto che le nostre azioni hanno sugli altri.
“Ahimè, perché l’uomo ha una sensibilità superiore a quella dei bruti? Ciò serve solo a rendergli l’esistenza più difficile. Se i nostri impulsi si limitassero alla fame, alla sete e al desiderio, potremmo essere quasi liberi; invece ci lasciamo trasportare da ogni soffio di vento, o da una parola casuale o dalla scena che questa parola può presentarci alla mente.”
Tuttavia, nonostante non abbia soddisfatto appieno le mie aspettative, mi sento comunque di consigliarlo. Ultima nota sulla mia edizione: purtroppo ci sono refusi piuttosto fastidiosi, soprattutto nell'ultima parte. Peccato.
Leggetelo non cercando il mostro in esso, ma cercando il perché il mostro sia diventato così. Perché non sempre i mostri sono quelli brutti di aspetto.
“Guardo le mani che hanno eseguito questi misfatti, penso al cuore che li ha concepiti, e bramo il momento in cui i miei occhi non potranno più vedere le mie mani, in cui il mio cuore non ossessionerà più i miei pensieri.”

Voto: 

Un classico romanzo gotico con temi molto interessanti e profondi.

8 commenti:

  1. Io l'ho amato tantissimo, soprattutto per le differenze con le varie versioni cinematografiche ^^ l'ho trovato più profondo e ammetto che, non capendo nulla di biologia o altro, non ho sentito la mancanza di spiegazioni su come viene data vita alla creatura.
    Ma sono ancora dell'idea che Victor si sarebbe risparmiato tanti problemi se avesse semplicemente eliminato l'apparato riproduttivo di mrs Mostro u_u

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    1. Su Victor hai pienamente ragione!
      E' interessante perchè è molto più profondo di quello che può sembrare come fama

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  2. E' un bel libro sicuramente, ma io l'ho trovato un pò pesante. Un pochino depressivo nel modo in cui è posto.

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    1. Hai ragione, a volte è depressivo e il linguaggio utilizzato a volte può risultare pesante.

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  3. E' da tempo in wishlist... devo dire che la mia voglia di leggerlo aumenta sempre più xD

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  4. Lo vorrei proprio leggere! Mi ha stupito il collegamento che hai fatto col il Paradise lost di Milto, anche questo vorrei leggerlo da parecchio tempo ^^

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    1. Io l'ho letto tempo fa ma non ero riuscita a finirlo. Devo ricominciarlo, ma è
      comunque una bella lettura!

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  5. Mi spiace che il libro non fosse come te lo aspettavi (o meglio, la storia non lo fosse) ma sono sempre più curiosa di leggerlo :)

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