lunedì 25 aprile 2016

Recensione: Boo, di Neil Smith

Titolo: Boo
Autore: Neil Smith
Pagine: 310
Editore: Vintage
Consigliato:


Trama: 

From Neil Smith, author of the award-winning, internationally acclaimed story collection Bang Crunch, comes a dark but whimsical debut novel about starting over in the afterlife in the vein of Alice Sebold's The Lovely Bones.

When Oliver "Boo" Dalrymple wakes up in heaven, the eighth-grade science geek thinks he died of a heart defect at his school. But soon after arriving in this hereafter reserved for dead thirteen-year-olds, Boo discovers he’s a 'gommer', a kid who was murdered. What’s more, his killer may also be in heaven. With help from the volatile Johnny, a classmate killed at the same school, Boo sets out to track down the mysterious Gunboy who cut short both their lives.

In a heartrending story written to his beloved parents, the odd but endearing Boo relates his astonishing heavenly adventures as he tests the limits of friendship, learns about forgiveness and, finally, makes peace with the boy he once was and the boy he can now be.


Recensione:

 

"Once I was seven years old, my mama told me,
"Go make yourself some friends or you'll be lonely." (7 Years, Lukas Graham)


E’ il 1979 e alla Helen Keller Junior high Oliver “Boo” Darlymple, chiamato così per il suo essere pallido come un fantasma, è davanti al suo armadietto numero 106. 106 come gli elementi della tavola degli elementi, e Boo sta cercando di impararli tutti in ordine senza sbirciare la tabella appesa all’interno del suo armadietto. E 106 come i capitoli in cui è suddiviso il libro. Ha appena pronunciato il 106esimo elemento quando improvvisamente si ritrova su un letto in una stanza mai vista, con una ragazza della sua età che aspetta che si svegli.
Boo capisce subito che è morto perché ha una vista perfetta, mentre prima doveva mettere gli occhiali.
Scopre così di essere a Town, una città in “paradiso” dove abitano tutti i tredicenni morti come lui, perché qui le città sono divise per età dei deceduti, così come il numero di quartieri, che qui sono appunto tredici. I tredicenni rimangono qui per 50 anni, poi rinascono, o passano ad un livello successivo, non lo sanno bene. Ma nel frattempo non invecchiano, lavorano e a volte si sposano anche.
Boo non ricorda nulla della propria morte, ma visto che aveva una malformazione al cuore, immagina sia stato quello a ucciderlo.
Ma quando arriva Johnny Henzel, suo compagno di scuola, gli dice che entrambi sono morti perché un misterioso terzo ragazzino, gunboy, ha sparato ad entrambi in testa e si è suicidato. Insieme gireranno i distretti di Town per trovare gunboy e vendicarsi, domandandosi nel frattempo come Zig, così chiamano Dio, abbia potuto mandare un assassino in paradiso.
In un mondo originale e sorprendente si svolge questa storia simile per certi versi ad Amabili resti, ma nel contempo differente. E’ enormemente triste verso la fine, mentre all’inizio tutto si svolge piuttosto con leggerezza. A Boo non importa molto essere morto, anche perché giù in America, come dicono loro, non aveva amici. Era un pariah, un reietto tormentato dai bulli.
E’ una storia imprevedibile, con molti colpi di scena e cambi di visioni sui personaggi, una trama che lascia davvero col fiato sospeso mentre tra una risata e una lacrima ti chiedi chi veramente abbia sparato a questi due bambini.

“I picture you, Father and Mother, in your living room. You are building a shelf on the wall. It will be the stage on which my urn will stand. You do not want to let me go. In any case, do we ever really let anyone go? Even those who are no longer with us are still with us.”


Immaginatevi Oliver come un piccolo Sheldon Cooper: intelligente, schivo e senza amici. In paradiso invece rimane intelligente, ma stranamente ha degli amici che lo aiutano, primo fra tutti proprio Johnny, l’unico in America a rivolgergli la parola tra i suoi compagni.
E’ una bellissima e commovente storia di amicizia, ma credo che sia anche una storia profonda e una denuncia contro il bullismo, e l’autore mi sembra che alla fine volesse far trapelare il messaggio: non tenetevi tutto dentro. Parlate a qualcuno dei vostri problemi, altrimenti le conseguenze saranno tragiche.
Non svelo altro per non spoilerare, ma lo consiglio a tutti. E’ una storia forte e commovente, non sarà facile gestire le emozioni, almeno per me che mi sono identificata piuttosto bene con Boo, ma è una storia che vi lascerà molto. Vi affezionerete a molti dei personaggi, anche quelli secondari come Thelma ed Esther, due ragazze forti ed intelligenti.
Il livello di inglese non è difficile, ma ci sono un po’ di modi di dire che non trovano facile traduzione in italiano.

Voto:

 

4 commenti:

  1. Uhh mi ispira tantissimo!!! Speriamo che lo traducano presto anche in italiano, la trama sembra geniale!

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  2. Ero davvero curiosa di leggere il tuo parere ed ora lo metto subito in wish list!!!! *-*

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